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Il delitto Pascoli, 1867
Maurizio Garuti ha il merito di aver fuso in un romanzo due storie, diverse ma strettamente collegate: quella del mondo agrario del secondo Ottocento, ed il dramma dell'omicidio di Ruggero Pascoli, il fattore romagnolo padre del poeta Giovanni. Era il 1867.
Quindi questo testo, "Il segreto della cavallina storna", lo dobbiamo conservare come prezioso documento, steso con attenta cronaca psicologica dei protagonisti, a cui appartiene per ovvi, indiretti (o direttissimi?) motivi lo stesso autore. Che a scuola in prima media, richiesto dalla prof di Italiano di un parere sui celebri versi "Anche un uomo tornava al suo nido / l'uccisero...", trema e grida: "È stato mio nonno Silvestro! È stato lui a uccidere il papà di Giovanni Pascoli" (p. 138).
La prof lo crede affetto da un attacco febbrile: era soltanto la verità amaramente conquistata dalla famiglia, lungo anni ed anni di racconti e ricerche.
La bisnonna, 29 anni, scoperta a cogliere grano nel campo del vicino, è ricattata dal fattore, che la mette incinta. Nasce una bimba che muore ancora in fasce. Poi il fattaccio del 10 agosto, per vendicare l'onore della famiglia.Archivio Pascoli su Riministoria